Le fate non ballano più come sorelle.
Storia di Caterina Percoto

Recensione di Adriana Giannini

 




Chi ai nostri giorni al di là del suo Friuli conosce Caterina Percoto? Ben pochi posso immaginare eppure a metà Ottocento, in un’epoca in cui per le donne era quasi impossibile emergere come scrittrici, i Racconti di Caterina Percoto furono pubblicati in ben 2000 copie dall’editore Le Monnier di Firenze, ebbero un’ammirata prefazione di Niccolò Tommaseo e ricevettero recensioni molto positive su riviste prestigiose come “Il Politecnico” di Carlo Cattaneo. Ha fatto quindi molto bene Edda Fonda, di origine istriana ma milanese di adozione, con una carriera di giornalista pubblicista che l’ha portata a studiare varie figure femminili significative ma poco conosciute, a indagare a fondo la vita e le opere di questa scrittrice, cresciuta alla periferia dell’impero austriaco ma profondamente italiana. Il risultato  è questo libro che mescola abilmente vita privata e pubblica, impegno politico e attività letteraria attingendo a tutte le testimonianze disponibili, comprese gli ampi carteggi (fortunatamente a quei tempi si scriveva molto e le lettere si conservavano) con cui la scrittrice friulana entrava in contatto con gli intellettuali a cui si sentiva affine per ideali patriottici e aspirazioni sociali. 
Già il titolo apparentemente misterioso scelto dall’autrice è in realtà un’introduzione a uno dei tratti salienti della personalità di Caterina Percoto, ossia il suo mazziniano desiderio di fraternità tra i popoli e il suo amore per la natura e per la sua terra. Esso fa infatti riferimento a un suo racconto che riprende una leggenda friulana secondo la quale nella bella stagione le fate italiane e tedesche usavano incontrarsi e danzare insieme riempiendo di fiori il magico luogo dell’incontro. Da quando i due popoli si sono trasformati in oppressore e oppresso questo senso di fratellanza non esiste più e per la sensibile Caterina Percoto questo è causa di grande sofferenza.
Ma cerchiamo di conoscere meglio questa scrittrice che ha attraversato praticamente tutto l’Ottocento vivendo con partecipazione il Risorgimento. Nata nel 1812 in una famiglia della piccola nobiltà friulana, aveva potuto studiare in un prestigioso collegio di Udine, ma alla morte del padre aveva dovuto occuparsi personalmente di quel poco che era rimasto delle tenute agricole che sostentavano lei e il resto di una famiglia non facile. Conosceva perciò le difficoltà della vita contadina, l’esosità dell’amministrazione asburgica, le vessazioni a cui erano sottoposti i più indifesi e in particolare le donne.
Caterina Percoto era però una donna colta e volitiva e aveva idee ben chiare: la sua patria era l’Italia e la sua vocazione la scrittura. Non aveva esitato a mettersi in contatto epistolare con i patrioti e gli intellettuali che condividevano le sue idee e poco a poco era riuscita a far conoscere i suoi racconti ambientati nella sua terra. Aveva avuto la fortuna d’incontrare nei suoi primi contatti menti aperte come Francesco dall’Ongaro fondatore della rivista triestina La Favilla che l’aveva incoraggiata pubblicando i suoi primi lavori e più tardi Carlo Tenca direttore della Rivista Europea (lo stesso farà lei molti anni dopo con il giovane Giovanni Verga dopo aver letto Storia di una capinera  in cui aveva intravisto il grande scrittore che sarebbe diventato).
Col tempo, pur non essendo andata al di là della dimensione del racconto, i suoi lavori scritti anche inizialmente in dialetto friulano le avevano procurato una discreta fama e quella stima che la sua famiglia non le aveva saputo dare. Addirittura, dopo la da lei tanto auspicata annessione del Friuli all’Italia nel 1866, il ministro dell’istruzione Cesare Correnti le diede l’incarico di ispezionare le scuole femminili del Veneto e del Friuli e suggerire i necessari adeguamenti alla loro conduzione. Un impegno che nonostante i suoi problemi di salute lei affrontò con coraggiosa determinazione sperando di dare il suo contributo all'emancipazione delle fanciulle.
E chi più di lei sapeva quanto ce ne fosse bisogno!

 

 
Edda Fonda, Le fate non ballano più come sorelle. Storia di Caterina Percoto
L’Orto della Cultura Editore, Pasian di Prato (Udine) 2020,
pp. 172, euro15.